San Vito un’enclave italiana in Costa Rica

di Gabriele Rivolta

San Vito

 

San Vito ha solo poco più di sessanta anni ma è diventato un importante centro del paese. Ci vivono 15.000 abitanti di cui solo 5.000 nel piccolo centro urbano.
San Vito, originariamente chiamato San Vito de Java, costituisce la principale città della zona chiamata Coto Brus. Si trova in provincia di Puntarenas, vicino al confine con Panama.
San Vito de Java è sorto grazie a un piano di colonizzazione agricola riservata agli stranieri. Il piano ideato dal governo della Costa Rica riguardava la creazione di colonie agricole. Il suo scopo era duplice: in primo luogo ha cercato di popolare il paese con gli immigrati, nello specifico italiani, e in secondo luogo occupare zone periferiche e non abitate.
In breve tempo si trasformò in un’enclave italiana sul suolo costaricense. Nessun’altra parte del paese è mai stata così influenzata dalla cultura italiana.

 

Origine dei nomi

Contrariamente alla credenza popolare, l’origine del nome non è attribuita a Vito Sansonetti, uno dei primi proprietari terrieri della zona, ma in onore del santo fondatore di città italiane San Vito di Lucania. (San Vito al Tagliamento, San Vito dei Normanni, ecc)
Il termine “Java” è dovuto a una leggenda. I migranti trovarono un indiano panamense nel torrente che attraversa San Vito con un “Jaba” (una sorta d’imballaggio in una scatola di legno). Al fiume fu così imposto quel nome.

Geografia

 

L’abitato si trova su un altopiano a un’altitudine di 1.000 metri sul livello del mare, ai piedi della catena montuosa di Talamanca.
In senso geomorfologico, San Vito si trova nella Valle de Coto Brus. La zona presenta colline formate da piccole valli e altipiani di superficie irregolare. I suoi fiumi corrono in modo rettilineo e sono a carattere torrenziale.

 

 

Storia

 

Nel 1952, in piena crisi socioeconomica dell’Europa del dopoguerra, un gruppo di pionieri italiani, guidato dai fratelli Vito Giulio Cesare e Ugo Sansonetti sbarca in Costa Rica.
Questa immigrazione italiana è un tipico esempio colonizzazione agricola mirata, simile per molti aspetti a ciò che si è verificato in altri paesi dell’America Latina.
Vito Sansonetti, marinaio di professione, è stato il fondatore della società di colonizzazione che ha chiamato Società Italiana di Colonizzazione Agricola (SICA) e fu responsabile nei negoziati con le autorità costaricensi, rappresentata dal Instituto de Tierras y Colonizazion (ITCO). Le terre assegnate erano conosciute solo come Coto Brus, toponimo di origine autoctona. A quei tempi la Costa Rica era molto interessata a espandere nuove frontiere agricole, a sviluppare e diversificare l’economia incoraggiando gli investimenti stranieri mediante prestiti bancari e la vendita della terra.

 

La SICA

 

Il governo della Costa Rica per iniziativa della SICA, offrì 10.000 ettari di terreno e nel 1951 fu firmato il contratto. La SICA a sua volta s’impegnava di installare 250 famiglie. Il periodo 1952-1964 fu caratterizzato dalla creazione e il consolidamento della colonia. Ogni famiglia di coloni ricevette un’estensione di venti ettari da sfruttare in coltivazioni agricole.Dal 1964 la produzione di caffè vece vedere prospettive interessanti. Nel decennio 1960-1969, il programma di colonizzazione mostrò i suoi frutti. I residenti della colonia avevano case adeguate, le piante di caffè avevano raggiunto un buon livello di produzione. C’erano anche altre colture, prevalentemente di sussistenza. Il centro urbano fornì servizi pubblici e d’assistenza sociale.La SICA costruì ospedali, scuole, fabbriche, mentre il governo costaricense promise di costruire una strada tra San Vito e Golfito.Il progetto agricolo ebbe un grande successo, sancito dall’integrazione tra i pionieri italiani e nativi costaricensi.

 

 

Economia

 

Coto Brus, in generale, è una delle aree con bassi livelli di sviluppo umano. L’economia è prevalentemente agricola, le colture principali sono caffè, canna da zucchero, mais, banane e fagioli. In tempi recenti è stato sviluppato l’allevamento di bestiame.L’industria è piccola, prevalentemente di sussistenza e legata al settore agricolo. Punti d’interesseIl turismo è ancora ai suoi primordi a causa della mancanza d’interesse d’imprese private e del governo. Nonostante il buono stato delle reti stradali accesso all’area, non possiede un’infrastruttura in grado di soddisfare le esigenze del turismo.

 

Centri d’interesse

 

Il Centro Culturale Dante Alighieri fornisce informazioni storiche dell’immigrazione italiana. Nel cortile posteriore del Centro è ‘posteggiata’ una jeep colpita in Italia da una bomba durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il giardino botanico Wilson e Las Cruces, presenta oltre 1.000 specie di piante della Costa Rica. Ha un’estensione di 475.000 ettari di foresta tropicale di montagna.
La Comunità Incontro Uomini Liberi fondata nel 1995 da don Pietro Gelmini che ha rafforzato i legami con l’Italia.

 

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