La mia esperienza di vita a Puerto Viejo con Gabriele e Orietta

…continua, solo due giorni dopo (ricordate la lettura in bolognese)

di Cinzia Cerasi

se vuoi leggere la prima parte del racconto di Cinzia clicca QUI

24 maggio Cahuita

Decido di andare a Cahuita con un viaggio organizzato e arrangiarmi per ritorno da sola. Ho preferito così, oltre al non pensare troppo e non stare in gruppo, ho l’opportunità di essere accompagnata da una guida che mi faccia vedere meglio gli animali che qui abbondano. Almeno così mi hanno detto. Io sono convinta che siano come i funghi: bisogna saperli cercare!
Cahuita è formata da una strada con un grappolo di case ai lati, ospita però un meraviglioso parco costiero, che nonostante la frequentazione resta ancora oggi incantevole.
Serpenti, bradipi e scimmie urlatrici. Camminando lungo il mare ti offrono una passeggiata davvero indimenticabile.
Dato che a casa la sera si va a letto presto, la cosa migliore sarebbe prendere il primo bus o addirittura fare una notte a Cahuita per assaporare il parco di prima mattina quando gli animali si svegliano.

L’apecena

Questa sera si decide per andare a spizzicare qualcosa fuori e a bere un drink.
Ovviamente si va in un locale gestito da una corregionale emiliana ma che ha un barman con i dread e con un sorriso contagioso.
La Tico Orietta e il TicoIta Gabriele, decidono per un mojito frozen, io sono standard: mojito e basta.
Mi sono incantata a vedere preparare il drink. Il mojito è un incanto e anche le bruschette alla tica, i nanchos e i patacones con guacamole che accompagnano.
Pura vida!

25 maggio

Oggi visita al Jaguar Rescate Center a Playa Chiquita, centro allertato la prima sera per soccorrere il bradipo.
Decido per l’entrata delle 9:30, al mio arrivo comincio a dubitare: c’è molta ressa, penso di aver investito male i 20 dollari dell’entrata.
Opto per la visita con la guida in lingua spagnola, erano comunque disponibili la guida inglese e quella francese. Il gruppo fortunatamente non è nutritissimo. La guida è un ragazzo spagnolo dal forte accento castigliano, aiuto!  E’ bravissimo però, a presentarci gli ospiti del centro. Sono ben tenuti e ben curati, ci racconta anche la storia del centro. Grazie alle sue spiegazioni ho capito abitudini e segreti di tanti animali a noi sconosciuti.
La visita si è svolta con un ritmo tranquillo, quasi due ore di percorso e questo ci ha fatto apprezzare ancora di più cosa fa questo centro per la fauna locale.
Nel pomeriggio, spiaggia davanti casa!

26 maggio Manzanillo

Prendo il bus che passa alle 8:15 circa davanti a casa del Tico italiano (Gabriele).
Alle 8:30 sono a Manzanillo. Qui stamattina i turisti sono pochi, mi dirigo verso la Riserva Gandoca-Manzanillo.
Non c’è bisogno del biglietto di entrata, non ci sono guide ma soprattutto non ci sono turisti. Che bello! La mia amichetta di bus francese mi aveva detto che il sentiero era facile, tutto costiero. La Lonely Planet, che ho con me, dopo quaranta minuti di camminata mi dissuade dal proseguire. Beh io vado, sto attenta ad avere il mare sempre dal lato corretto, e m’inoltro nella foresta.
Vorrei evitare che il Tico Ita mi vengano a cercare con la pila.
Il sentiero è battuto ma camminando sovrappensiero è facile prendere altre strade. In poche parole un po’ di senso pratico e di orientamento serve SEMPRE.

Hola!

Dopo poco vedo un Tico che mi saluta e che alle nove di mattina si fa già il suo gallo pinto. Non ho chiesto cosa facesse col machete… magari andava per erbe officinali­­. Chissà ho dimenticato di chiederglielo, peccato!
MI saluta con un ‘hola mami pura vida’ che al momento penso si riferisca all’età poi siccome dimostra più anni di me, non credo sia così. I Tico Ita si chiamano tra di loro mami e papi, penso che sia un modo affettuoso di salutare come alla sera Gabriele mi conferma.
Non sono arrivata a Gandoca! Mi fermo dove poco prima sfocia un altro rio formando una bella laguna. Non avevo la mappa del parco e a un certo punto dubito sul sentiero che sto percorrendo. Non è così ma ci sono arrivata molto vicino.

Una sveglia insolita

Mi sveglio, è passata mezz’ora e la tica è ancora qui che prepara la colazione. Peraltro solo per lei, non sono nemmeno le nove e per la casa si diffonde tutto l’aroma che sicuramente tra un po’ sveglierà Gabriele.
Tornando al parco, il sentiero si snoda tra la foresta tropicale con i suoi rumori che ho tentato disperatamente di registrare senza riuscirci.
Un’appassionata di piante d’appartamento come me, non può credere ai propri occhi nel vedere felci grandi come una poltrona, filodendri con le liane dove salgono le scimmie, fiori dalle dimensioni triplicate rispetto a quelle delle nostre serre, alberi di croton e cordyline, dieffenbachie metriche. Che invidia, pensare che ho pure il pollice verde!

Le farfalle

Al ritorno mi ritrovo a correre dietro alle farfalle col telefonino per immortalarne almeno una come la vispa Teresa. Ecco, forse, c’è una piccola radura dove le signorine stanno felicemente svolazzando.
Rosse e nere, bianche e nere, blu, gialle, piccolissime e grandissime. E’ incredibile, solo nei farfallari le avevo viste fino ad ora, qui mi sono tutte intorno. E sono classiste: le farfalle gialle non passeggiando con le farfalle blu.
Passa una pure una lucertola verde smeraldo vicino a un insetto dello stesso colore, fanno a gara per vedere chi ha il colore più brillante.
Mentre mi gratifico con tutto questo, ecco le scimmie urlatrici. Accidenti quanto urlano nel silenzio totale e incredibile. Ritento di registrarle ma porca miseria… niente da fare!
Pazienza. La mia memoria va oltre le foto.
Riesco a perdere tutta la mattina assaporando i colori e i rumori, è proprio vero che la natura fa compagnia.

Il relax

Al ritorno mi fermo da due bambini che timorosi vorrebbero vendermi la ‘Pipa Fria’, il latte di cocco. A proposito ho portato a casa la noce, chissà se si mangia!
Me ne vado in spiaggia, non ho volutamente portato nulla da leggere, il cellulare non ha internet e ancora una volta la natura mi fa compagnia.
Il rumore del mare, le famiglie che fanno il bagno rimanendo per tempi biblici in acqua, capisco perché lo fanno vestiti. Si bruciano tutte quelle ore, altre famiglie fanno il barbecue, c’è chi si riposa sull’amaca. Un tipo passeggia in acqua con le scarpe, mah! E sempre stormi di aironi che formano evoluzioni incredibili in cielo, proprio sopra la testa e PENSO. Che estasi stare a Puerto Viejo.
Presa da tanta beatitudine, non controllo gli orari del bus che passano o alle sedici o alle diciotto.

L’orario

Verso le 16:50 vado alla fermata del bus e chiedo a un signore quando arriva il bus. Ahorita mi dice.
Beh ahorita significa da ora a quaranta minuti penso. Vabbè sto qui non mi vado a fare un batido.
Poi domando a un altro e intendo che il bus c’è alle sei ma non volendo esser scortese, richiedo al signore se il bus delle cinque arriva.
Dove deve andare, mi chiede.
A Puerto Viejo? Ahora llega.
A beh allora…. Conclusione. Il bus parte alle 18 come da mio orario, sto oltre un’ora come una scema. E senza essermi fatta il batido che è la cosa più grave.

Il ritorno

Da notare che Manzanillo è grande come uno sputo e dal bar avrei tranquillamente visto il bus. Comunque anche qui il tempo passa in fretta.
I Ticos in spiaggia con i loro frigoriferi, le famiglione, il materassino con il lenzuolo con gli angoli caricato sul retro del pick up, la griglia e l’amaca sono assolutamente da non perdere.
Arrivo quasi alle 18:30 con Gabriele per nulla preoccupato, già pensava che avessi trovato un fidanzato di colore…  Un big bambù come li chiama lui.
Continua…

Grazie per la tua lettura e il tuo sostegno. Lascia un piccolo commento in calce a questo articolo, è importante, sarà un sassolino in più per riempire il mare.

Se vorrai saperne di più sulla Costa Rica, iscriviti al mio gruppo Facebook Costa Rica un viaggio da sogno. Pura vida!

4 commenti su “La mia esperienza di vita a Puerto Viejo con Gabriele e Orietta”

  1. Un bel racconto sembra di essere sul posto…e fa venire voglia di verificare di persona tutte queste meraviglie….spero presto….
    Nn perderò la terza parte……grazie Gabriele….dimenticavo un saluto a Oretta……..Pura vida

    1. Hola Roberto, non credere alle cosa che Cinzia scrive… nella realtà risultano essere più belle. E’ come quando qualcuno racconta la Sardegna, non le renderà mai abbastanza onore, io lo so, 30 anni non solo al mare non si scordano.
      Pura vida a te e alla tua famiglia.

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