Tona Ina, una leggenda antica del Caribe Sur

di Gabriele Rivolta
Prima parte

Quella che vi presento oggi è la traduzione dallo spagnolo di un’antica leggenda che si racconta ancor oggi nel Caribe Sur della Costa Rica. Su iniziativa della UCR Università della Costa Rica, ne è nato un libretto. E’ stato poi illustrato con i disegni dei bambini delle elementari di Cahuita, Puerto Viejo, Cocles e Playa Chiquita.

La leggenda di Tona Ina, della grotta misteriosa e di un Pesce Leone

Il mio nome è Tona Ina che significa, in dialetto africano yoruba e in creolo, Luce Marina. Sono un tenue luce collocata tra i misteri della storia che giacciono sul fondo del mare, tra coralli e gorgonie di tutti i colori.
Sono una luce di mare, dimenticata per il lungo silenzio che è passato da quando vivevo intensamente nel Mar del Caribe. Oltre trecento anni fa.

Lo sbarco

Quel 2 marzo 1710, in qualche spiaggia del Caribe Sur, fu l’ultima volta che brillai di luce propria.

In quell’occasione illuminai il cammino di 650 africani di entrambi i sessi e di tutte le età. Erano sbarcati, dai resti della loro nave naufragata, finalmente liberi dai ferri dei loro aguzzini: i mercanti di schiavi.

Arrivarono salati alla costa ricca di sabbia, di abbondante vegetazione tropicale e di animali, così simile alla loro terra di origine, dalla quale erano stati strappati a forza dopo cruente battaglie.

La perdita della luce

Molti sparirono nelle foreste della Talamanca, finendo per convivere con i popoli Bribri e i Cabecar, gli indigeni che vivevano pacificamente nella zona.

Altri africani però camminarono lungo le spiagge da Sud a Nord, fino ad arrivare a Matina. Lì furono catturati nuovamente da alcuni coloni costaricensi che li convertirono nuovamente in schiavi. La sorte loro non arrise: solo qualche giorno di libertà in terra straniera.

Ecco, fu proprio in quel momento che io persi la luce.

I ceppi infernali con i quali furono tenuti prigionieri caddero o vennero buttati a mare, in un luogo non ancor oggi non identificato. Queste sono le testimonianze dei primi africani che arrivarono in Costa Rica, senza che noi, ancora oggi, conoscessimo la loro storia e il loro apporto alla cultura costaricense.

Quindi io, la Tona Ina, ho custodito queste memorie per lungo tempo.

Torna la luce.

Sono stata sempre nascosta fino a quando, in un giorno d’estate, alcuni giovani subacquei in cerca della tana del Pesce Leone, m’incontrarono e io cominciai a rivivere.

Qui, dalla mia semioscurità, vi narro una storia di luci e ombre: quella che la popolazione racconta circa chiarori che si vedono nella notte nel mare di Cahuita.

Qualcuno dice che è il brillio sia il tesoro di una barca pirata. Altri sostengono che sono resti di navi negriere e per questo temute.

E’ qui, come dice un’anziana del posto, che tutto viene dal mare. Anch’io sono venuta dal mare! Sono la Tona Ina, la luce marina che si muove con giovani subacquei e un Pesce Leone per i mari del Parco Nazionale di Cahuita. E ora vi racconto la storia.


…continua
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