Una settimana giorno per giorno con Gabriele e Orietta

di Cinzia Cerasi
L’articolo che Cinzia ci propone, va letto con il giusto accento per capire alcuni modi di dire. Immaginate e pronunciate le parole come se foste bolognesi, gusterete di più il racconto.

22 maggio

La Costa Rica non era la destinazione del viaggio. Son partita il 24 dicembre con un’amica per ritornare il 5 gennaio, però un’offerta di lavoro andata male, mi fa decidere di prolungare il viaggio. Aspetterà altri amici che arriveranno in Nicaragua più avanti.
E’ la prima volta che mi ritrovo ad avere TEMPO e occasione di prolungare le vacanze e, perché no, di visitare la vicina Costa Rica. Penso: quasi quasi contatto Gabriele e Orietta che là vivono e che con loro mi sono relazionata in occasione di un altro viaggio, naturalmente…
Poiché sono da sola in questo periodo di attesa e poiché un viaggio è anche condivisione, decido di fare due settimane come volontaria. Poi per una settimana vado a salutare Gabriele e Orietta, per quella che seguirà ho contattato una famiglia tedesca nel Guanacaste e vado come ‘ragazza alla pari.’  J. Beh ragazza l’ho aggiunta io

Il o la?

Quello che non ho fatto a venti anni, mi ritrovo a farlo ora. La nonna diceva ‘chi vcess ammatess’ chi invecchia impazzisce, forse aveva ragione?
La Costa Rica come Gabriele mi ha corretto, a proposito ho sempre detto IL Costa Rica, non mi è mai capitato di venderla, neppure nell’agenzia di viaggi dove lavoravo. Per la promozione fatta da questo Paese che punta sulla natura ma soprattutto sull’avventura, credevo che non facesse per me.  Per la vicinanza con gli Stati Uniti, pensavo che fosse troppo turistica per i miei gusti.
In effetti lo è, ma come in tutte le cose bisogna andare oltre.
Sono andata oltre, grazie ai loro consigli sulle associazioni di volontariato locali e per il loro amore per la patria oltre all’amor di coppia. Gabriele per la verità è italiano ma ama questo Paese come se fosse il suo.

Puerto Viejo

Eccomi quindi qui arrivata da San Jose a Puerto Viejo con il bus delle sei, per non arrivare proprio mentre si mangia uno spaghetto e per avere il tempo di fare due chiacchere prima di pranzo.
Alle 10:30 arrivo da loro con un taxi, stanno poco fuori dal paese, oltre la spiaggia di Cocles. Sono immersa in una vegetazione incredibile, un sole meraviglioso splende e c’è un caldo delizioso.
La prima settimana costaricense sono stata nella foresta di Monteverde, bellissima, ma il tempo è stato piuttosto inclemente. A Cartago ho passato la seconda, anche lì era freschino. Avevo proprio voglia di tornare al caldo che il clima del Nicaragua mi aveva offerto. Mi congratulo con me stessa per la scelta fatta!
L’accoglienza Tica non poteva esimersi e devo dire che ha fatto poca fatica a convincermi, dall’offrirmi il pranzo a base di spaghetti che bello! E poi Guacamole e platani fritti ‘slurp.’

Il bradipo

Nell’attesa, Gabriele mi porta a vedere un bradipo sull’albero, che emozione! Durante i miei tanti viaggi non lo avevo mai visto. Si vede proprio bene, è su un albero e non tanto in alto. Sono eccitata!
Il pomeriggio è trascorso parlando di esperienze di vita e di viaggi, ovviamente dando  uno sguardo al loro sito, parlando di strutture, d’itinerari, commentando gli articoli e il blog di Gabriele. La pura vida ha inizio.
Rico, il loro cane e ancora un po’ sulle sue, giustamente, non mi da confidenza ma presto ci capiremo. Amo gli animali!
Ci si alza presto qui, con il grido delle scimmie urlatrici e delle iguane che passeggiano sul tetto. Accidenti, si va dormire presto. La TV non è indispensabile per far passare il tempo, basta sedersi in veranda ad ascoltare i rumori della natura.

Rico

Questa sera Rico ha pensato bene di offrirci un fuori programma e di prendersela con il povero bradipo avvistato questa mattina. La poverina, perché di femmina si tratta, era scesa dall’albero per andare a riprendersi il suo piccolo che si era infilato vicino a un generatore di corrente.
In due riusciamo a staccare Rico da mamma bradipo prima che faccia di peggio. La poverina scappa, sul suo albero senza il piccolino che resta al suo posto, rischiando di rimanere fulminato.
Le cause di morte dei bradipi in Costa Rica, sono da ripartite per il 50% dai cavi elettrici e la restante parte dai cani somari come Rico.
Prendiamo il piccolino con un panno affinché l’odore non si confonda con il nostro, lo mettiamo sull’albero. Lui si mette a chiamare a voce alta la sua mamma che finalmente lo viene a riprendere e ritorna intelligentemente su un albero lontano da Rico.

Somaro

Lui, con il naso all insù, resta un po’ male ma di danni stasera ne ha fatti abbastanza. Abbiamo però già chiamato il Jaguar Rescue Center che si occupa di animali orfani, abbandonati o feriti. Encar, la titolare del Centro intervenuta sul posto, ci ha spiegato che i bradipi non hanno muscolatura. Ne consegue che a volte apparentemente non hanno nulla ma dopo e essere passati sotto i denti di un cane, potrebbero avere danni agli organi interni e morire. ‘Sigh!’
Monitoreremo l’albero e i dintorni per vedere se la mattina vedremo il piccolino solo, in tal caso la richiameremo immediatamente.
Loro ora sono sul ramo più alto, il cucciolo abbracciato alla mamma.
Rico. Sei proprio un somaro!

23 maggio

Oggi ho chiamato la ragazza conosciuta sul bus diretto alla foresta di Monteverde E’ e qui in zona e decidiamo di fare un giro in bici insieme. Andiamo a Punta Uva e pedalando lungo una strada tutta buche perennemente in riparazione, comunque percorsa da poche auto. Siamo sempre immerse in questa foresta incantata.
La spiaggia e veramente bella, ampia, pulita, uno dei tanti fiumi della Costa Rica si getta in mare proprio davanti a noi formando un’ampia laguna.
C’è perfino il portabiciclette! Bancarelle e un ristorantino con musica reggae non troppo sfacciata ci accolgono.
E’ certamente cambiata l’atmosfera, le persone che abitano questa costa, sono per la maggioranza di colore poiché intorno alla meta del 1800 qui sono sbarcati giamaicani per la costruzione della ferrovia e poi per lavorare nelle piantagioni di frutta della Chiquita banana.

La giornata

Trascorriamo il giorno distese al sole, sorseggiando un batido e mangiando qualcosa. La mia amichetta francese diventa rossa, non di rabbia, la sua carnagione è veramente chiara e con dispiacere guarda il mio colore certamente più meridionale rispetto al suo. A mollo nell’acqua, la baia si presenta ampia e tranquilla, le scimmie urlatrici e centinaia di uccelli fanno da sottofondo canoro. Questi ultimi volano formando dapprima perfette linee e poi seguendo il ritmo dell’aria come fosse una hola.
Grazie per la tua lettura. Lascia un piccolo commento in calce a questo articolo, è importante.
Se vuoi leggere il seguito del racconto clicca QUI.
Se vorrai saperne di più sulla Costa Rica, iscriviti al mio gruppo Facebook Costa Rica un viaggio da sogno. Pura vida!

10 commenti su “Una settimana giorno per giorno con Gabriele e Orietta”

    1. Hola Roberto, felice che ti piaccia questo modo di raccontare la Costa Rica, ogni tanto è bene sentire un musicista diverso.
      Tra pochi giorni le altre due puntate.
      Pura vida e grazie a te!

  1. Ciao Gabriele! È stato bello leggere un’esperienza di viaggio! Mi sono immersa talmente nel racconto che mi sembrava di essere lì con voi! 😀 Aspetto di leggere i prossimi 😊 Pura Vida!

    1. Hola Alice,
      si dice che i sogni muoiano all’alba ma non può essere così! I sogni si seminano, si coltivano e alla fine si raccolgono e in genere queste cose vengono fatte durante la giornata.
      Sono quindi felice per per e per il tuo germoglio.
      Saluti a Bologna.
      Pura vida!

    1. Grazie Maria Antonietta, grazie da Cinzia e anche da me, Ritengo sia importante fare raccontare anche ad altre persone le loro esperienze in Costa Rica.
      Cinzia non è la prima e non sarà nemmeno l’ultima.
      Pura vida

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